sabato, dicembre 17

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Non vi e' mai capitato di fermarvi e semplicemente osservare e fissare il cielo? Sto parlando di quei cieli non da pioggia, da piombo [ e anche di loro ci sarebbe da parlare ], ma di tutti gli altri.
Quelli che ti fanno dire: 'Cazzo, guarda!'
Guarda quant'e' azzurro, quant'e' intenso, quant'e' denso di se' stesso. Guarda quant'e'.
Ma non lo dici mai a nessuno, perche' te lo vuoi tenere tutto per te. Che si arrangino gli altri se non sanno alzare gli occhi dove dovrebbero sempre essere.
E li' i pensieri iniziano a correre, io guardo quel colore e mi perdo, e lo fisso. E non c'e' nulla di meglio. Non esiste felicita' piu' alta. Il cielo e' la felicita', e noi cerchiamo di cercarla piu' vicino a noi, piu' tangibile. Il cielo e la sua intensita', la sua vastita' e la sua evanescenza sono la felicita', la contemplazione, la lacrima e il sogno. Il cielo che non si puo' racchiudere, ma che racchiude noi dall'altro Cielo, suo fratello maggiore, e per questo maggiormente felice, ma angosciante al contempo. E' il Cielo del vuoto, del nulla, e' il Cielo del freddo, dell'abisso. E' la vastita' che mi penetra.

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